A settant'anni dalla nascita della Repubblica federale, la democrazia tedesca viene tuttora considerata tra le più stabili ed efficienti in Europa. D'altra parte, le vicende più recenti indicano che anche il sistema politico tedesco non può considerarsi al riparo dalle sfide che stanno affrontando tutte le democrazie occidentali.

With this disc Demidenko completes his cycle of the Prokofiev Concertos with the London Philharmonic and Alexander Lazarev. The First Concerto launched the youthful composer's career—he wrote it for his graduation concert (his playing of it won him first prize) and its youthful high spirits and virtuosity make it an instant crowd-pleaser. The Fourth and Fifth Concertos are less well known though with the Fifth it is hard to see why. The Fourth was written for the one-armed pianist Paul Wittgenstein who didn't like it (he didn't like Ravel's left-hand Concerto either!) and refused to perform it; hence it is only recently that the work has been taken up.

Nato a Brooklyn il primo dicembre del 1935, non troppo lontano da Coney Island e dalle montagne russe del luna park, Allan Stewart Königsberg a 17 anni cambia all'anagrafe il nome in Heywood Allen, che presto diventa Woody Allen. A tutto il 2019 ha scritto e girato, e spesso interpretato, quarantotto film per il grande schermo, da "Che fai, rubi?" a "Un giorno di pioggia a New York", e uno per la televisione. Un nuovo film, "Rifkin's Festival", è in postproduzione.

Tutti siamo convinti di sapere che cosa sia, salvo poi renderci conto, quando proviamo a spiegarla, che si tratta di una realt ancora misteriosa: che cos' l'emozione? Come possiamo sapere che una persona sta sperimentando una determinata emozione? Come possiamo comunicare le emozioni agli altri? Queste domande, che ognuno di noi si pone pi o meno consapevolmente ogni giorno, sono le stesse che animano la riflessione filosofica sul tema sin dall'antichit. Nel libro, alcune delle pi significative risposte offerte a tali interrogativi, da Platone alle neuroscienze contemporanee.

Alle tecnologie digitali si è guardato come a una delle leve principali per il miglioramento della scuola. È proprio così? Alcune delle più importanti aspettative, come quella di incrementare i livelli di apprendimento degli studenti, non hanno trovato finora un riscontro negli studi scientifici internazionali; per altre manca un'adeguata valutazione. Discutendo i limiti cognitivi e sociali del digitale a scuola in un contesto di connessione permanente, l'autore sviluppa una visione alternativa del ruolo del digitale nell'esperienza educativa: prima ancora che fare didattica con le tecnologie è urgente educare all'uso consapevole dei media.